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Storia di restanza

Gaetano Di Vito, il custode del tempo

A Bonito ha allestito il museo delle cose perdute

Barbara Ciarcia

Gaetano Di Vito è un giovane che già da molti anni ritrova e conserva il passato. E’ un custode del tempo, quello andato innanzitutto. Guai a definirlo un ‘robivecchi’ di campagna. Il suo non è proprio un mestiere quanto una passione antica. Ha rispetto assoluto della memoria e degli avi al punto da ricavare dapprima in un sottoscala, a Bonito, successivamente in una palazzina donatagli da una nobildonna locale, la signorina Ermelinda Pagella su disposizione orale della sorella Rosaria morta qualche anno prima, un museo delle cose perdute. Varcando la soglia dello stabile, ubicato in vico Masaniello, lungo la direttrice centrale del borgo famoso per aver dato i natali a Salvatore Ferragamo, si ha come la sensazione di entrare in una macchina del tempo. Una sorta di ottovolante vintage che trasporta il visitatore indietro di decenni. Gaetano, grande appassionato di antichità e storia locale, ha raccolto davvero di tutto in giro per le contrade di quel territorio che segna il confine tra Irpinia e Sannio. Persino un pezzo di meteorite è presente nel museo allestito da Gaetano Di Vito con cura e devozione nell’arco di quasi un ventennio. E poi ci sono oggetti quotidiani di inizio Novecento e attrezzi agricoli e stampe color seppia, ritratti di uomini e donne dai volti contadini e ritagli di giornali di epoca fascista. E ancora: culle e corredini per bebè e abiti nuziali e divise militari. E’ stipato davvero di tutto nelle stanze e negli armadi e nei cassettoni dei mobili antichi e artigianali ritrovati e custoditi gelosamente come fossero reliquie sacre da Gaetano. La sua passione per il passato è sconfinata, e inarrestabile. Non è mai pago di recuperare e collezionare oggetti di altre epoche all’interno del museo dove è riuscito a ricavare persino gli ambienti domestici di una volta. E’ uno strabiliante tuffo nel passato che per Gaetano non passa affatto. Ma è pure un esempio singolare di attaccamento alla propria terra, alla comunità natale, all’identità bonitese. Gaetano è un collezionista di pezzi unici, esclusivi, originali dell’età dell’innocenza dell’umanità e della società, un esperto antiquario che mette comunque a disposizione dei visitatori la sua più grande passione per quel piccolo mondo antico racchiuso nella palazzina di vico Masaniello.

Bonito negli ultimi anni è diventata famosa anche grazie a Gaetano e al suo personale museo delle cose perdute. Frotte di curiosi e appassionati del genere arrivano qui da ogni dove. E il merito è di Gaetano, l’eterno ragazzo di campagna che va in giro a salvare sistemare e catalogare pezzi che per molti non hanno valore e per lui, al contrario, hanno invece un valore aggiunto, quello della memoria che fa rima con la storia di chi ci ha preceduto e ha contribuito allo sviluppo di quelle contrade.