
Marcello Di Pinto*
Gli studi più recenti nel campo della psicologia sostengono che la paura non è un’emozione negativa che va eliminata, ma ua risorsa di cui dispone l’essere umano per potersi orientare in modo efficace nei confronti dell’ambiente in cui vive.
Infatti molte persone sarebbero vittime di situazioni pericolose se non intervenisse la paura a sollecitare le giuste reazioni.
Inoltre alcuni studiosi hanno sottolineato che la presenza di questo sentimento nelle persone può essere segno di salute mentale, mentre la sua assenza di evidente psicopatologia.
Al giorno d’oggi si sostiene che una personalità equilibrata è provvista non solo di razionalità, ma anche di varie emozioni come la paura, la tristezza, la gioia e la rabbia.
Altro problema è quando queste emozioni sono talmente incontrollabili da generare fenomeni psicopatologici gravi o come quando mettono la persona in uno stato di agitazione devastante come nel caso di un attacco di panico.
In questo caso i sintomi che si presentano alla persona sono davvero terrificanti; possono verificarsi vertigini, palpitazioni e dolori al petto, difficoltà respiratorie e senso di soffocamento, disturbi intestinali, senso di paralisi dei muscoli, sensazione di morire, paura di impazzire, paura di rimanere intrappolati e molti altri.
In questa situazione la persona colpita entra in un tale stato di caos e di terrore che le persone presenti pensano ch ci sia veramente un pericolo di morte.
Non è infrequente, infatti, che le persone che manifestano tali sintomi siano ospiti abitudinari del pronto soccorso dell’ospedale della propria città, creando nei medici di turno
una situazione di imbarazzo, giacchè non viene riscontrata alcuna patologia.
Inoltre gli stessi medici di famiglia sono in difficoltà rispetto al paziente che per anni recita questo ritornello di una imminente morte, ma non muore mai.
Molte volte si tocca l’aspetto tragicomico quando un tale tipo di persona campa cent’anni, mentre i suoi soccorritori sono tutti morti.
In ogni caso l’attacco di panico è una vera e propria patologia e come tale va curata perchè può condurre le persone a perdere il proprio posto di lavoro e in certi casi addirittura al suicidio.
Un dato confortante è, però, che non è una sindrome molto diffusa; alcuni studi indicherebbero che ne soffre una parte non consistente della popolazione italia.
Per quanto concerne le cause, secondo alcuni studi, ne sarebbero vittime bambini i cui genitori hanno proposto una visione del mondo e della vita piena di rischi e pericoli o che hanno minacciato l’abbandono scoraggiandone le iniziative.
Così, da adulte, queste persone si sentirebbero al centro di un guado dove da una parte ci sono i pericoli e dall’altra la paura di essere abbandonati.
Lo scopo della terapia, oggi, è innanzitutto far capire a questi soggetti che durante l’attacco di panico non impazziranno nè moriranno e in seguito sostenere le loro giuste scelte senza la paura di essere distrutti.
*psicologo – psicoterapeuta