
“Non si perda questa antica tecnica”
Barbara Garcia
Bonito
C’è un mondo a rischio di estinzione dietro l’arte contadina dell’innesto delle piante. Angelo Vazza, 67 anni di Bonito, è il custode di una tecnica speciale, e l’ultimo erede di una tradizione frutto di passione ed esperienza. Con gli arnesi del mestiere, tascabili e fondamentali, Vazza scolpisce nei rami di ulivi e alberi da frutto un’antica e sofisticata pratica per migliorare la specie e ottenere un raccolto eccellente. Quella dell’innesto è una scienza riservata a pochi eletti coltivatori agricoli. “Sarebbe importante creare una scuola per formare i giovani contadini del futuro- sostiene Angelo Vazza mentre picchetta il prossimo innesto su un albicocco del Carmine-. Sono sicuro che un giorno si ritornerà alla terra, alla campagna. E’ il destino dell’umanità”. Ha occhio e soprattutto abilità manuale ogni volta che viene chiamato a praticare un innesto particolare tra alberi. Vazza è noto non solo a Bonito ma nel circondario per la sua estrema competenza professionale. Negli anni si è specializzato a tal punto da andare sempre più spesso in trasferta nelle aziende agricole, anche fuori regione, per impiantare con precisione l’innesto adatto alle piante da rinvigorire e far fruttare. E’ un pò scultore e un pò scienziato. E non sono certo i titoli di studio a fare di Angelo Vazza un innestatore altamente qualificato. Lui i titoli se li è guadagnati sul campo e nel campo, è il caso di dire.
“Sin da bambino ero affascinato dalla potatura e ancor più dagli innesti praticati dagli anziani agricoltori- spiega sempre Vazza mentre è intento a scolpire e assestare i tocchi decisivi per consentire a un albero da frutto di potenziare il raccolto-. Mi rendevo conto che era complicato però a furia di vedere e andare appresso a mio nonno e a mio padre ho imparato. Bisogna essere tenaci per raggiungere l’obiettivo pure in questo settore”. Non è da tutti, e non è certo facile, praticare innesti da una pianta a un’altra. Si deve poi scegliere il periodo dell’anno propizio, e così le fasi lunari importanti per la resa in agricoltura. Occorre, inoltre, anche una particolare temperatura stagionale, e quindi il clima fa la sua parte. Insomma, chi fa gli innesti è realmente uno scienziato genetico a tutto tondo e a tutti gli effetti a dispetto di chi, semmai, sminuisce l’opera preziosa in natura dei contadini abili a innestare e a portare avanti la produzione agricola secondo i ritmi naturali e le pratiche di un tempo remoto.