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Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov

Adele De Gennaro

“Seguimi lettore! Chi ha detto che non c’è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica a quel bugiardo! Seguimi lettore e io ti mostrerò un simile amore!”

Il Maestro e Margherita non è un romanzo, è un capolavoro grandioso, ricchissimo, visionario, originale. Eugenio Montale in una sua recensione del libro su Repubblica lo ha definito “Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione”. Tantissimi i personaggi, verosimili o grotteschi, e tante le storie.

Nel libro ci sono tre grandi linee narrative. Nella prima, il diavolo arriva a Mosca con il suo codazzo di buffi e perfidi collaboratori (periodicamente organizza sulla Terra un convegno, il Ballo di Satana, che è l’occasione per verificare i risultati del suo operato tra gli uomini) e mentre cerca la regina del Sabba, senza cui il ballo non può aver luogo, punisce viltà, meschinerie e soprusi divertendosi alle spalle di funzionari del Partito comunista, burocrati e altra gente da lui definiti immorali. Woland, il diavolo, è un tentatore ma anche uno che mette ogni volta l’umanità alla prova: egli misura la cattiveria degli uomini e la giudica.

Nella seconda, si racconta il romanzo di Pilato dove un autore sconosciuto dimostra come di fronte alla bontà assoluta, al carisma e all’amore di Cristo, il procuratore della Giudea non sia rimasto indifferente. Troppo vile e troppo innamorato del potere per andare contro i sacerdoti e risparmiare la vita al condannato, Pilato è un personaggio tormentato, consapevole di aver crocifisso il vero Dio. Il capitolo di Ponzio Pilato è uno dei più belli del libro.

La terza linea narrativa segue le vicende di un uomo, il Maestro, chiuso in un manicomio che ha scritto e bruciato un romanzo (quello di Pilato) che le autorità non approvano, che ama ricambiato Margherita, che accetterà di vendere la propria anima al diavolo e diventare la regina del Sabba per salvare il Maestro.

Le tre linee narrative a poco a poco convergono: tra i compiti di Voland c’è infatti anche quello di liberare il Maestro restituendogli il manoscritto. Il romanzo è stato letto nei Cieli e giudicato corretto ma incompiuto: Pilato vaga da anni in un limbo in attesa di essere perdonato e liberato. soltanto il Maestro può salvarlo e donargli la pace.

Un’opera che fa riflettere sul tema del bene e del male, della colpa e del perdono; un affresco grottesco della società vittima di un regime totalitario che diverte e inquieta allo stesso tempo; un labirinto di corruttibilità materiale dove emerge l’immoralità, la vigliaccheria…dove, però, emerge anche la passione dell’amore sconfinato di Margherita per il Maestro.

Ho amato questo romanzo già dall’epigrafe dove si citano i versi del Faust di Goethe: “Dunque tu chi sei?” “Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene”.

Uno dei libri più belli che abbia mai letto.