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Lucania da scoprire: Grassano il paese che accolse Carlo Levi

Nicola Incampo
Il comune è posto tra le valli del fiume Bradano e del Basento ed a poca distanza dal torrente Bilioso a 559 nella parte settentrionale della provincia.
La sua altitudine varia da un minimo di 150  nei fondovalle ad un massimo di 576  sulla sommità del centro abitato.
Confina a nord con il comune di Irsina, ad est con Grottole a sud con Garaguso e Salandra e ovest con Calciano e Tricarico.
Non è nota l’epoca precisa della fondazione del paese anche se nel 1123 viene menzionato per la prima volta tra i centri della Diocesi di Tricarico e in epoca angioina viene ricordato come “castellum quod vocatur Crassanum”.
Solo nel 1320 risulta essere delineato con caratteristiche di piccolo abitato vero e proprio con i suoi 12 fuochi tassati (tra i 47 e i 70 abitanti).
Un’antica “platea” del XV secolo indica Grassano quale “casale della città di Tricarico” ubicato nell’omonima contrada del territorio tricaricese.
I grassanesi erano tuttavia restii a tale “dominio”, soprattutto dopo l’arrivo dei Gerosolimitani, tanto che fu necessario far pronunciare sul punto il Re di Napoli, Ladislao d’Angiò-Durazzo. Il re con un atto ufficiale del 19 gennaio 1414, conosciuto come “sentenza della candela” ribadì: «…declaramus et decernimus praefatum casale Grassani fuisse, et esse de pertinentijs, territorio, et districtu dictae civitatis Tricarici…»
Nel suo celebre capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli” così Carlo Levi descrive Grassano “Bianco in cima ad un alto colle desolato, come una piccola Gerusalemme immaginaria nella solitudine di un deserto”.
Infatti Carlo Levi presenta così Grassano, primo paese che lo accolse durante la sua forzata permanenza in Basilicata.
Carlo Levi era antifascista.
Era il 3 agosto del 1935.
Le fonti di ispirazioni letterarie e pittoriche per Levi furono sicuramente paesaggi, palazzi, strade e palazzi.
Facciamo un itinerario leviano.
Partiamo da Piazza Arcangelo Ilvento visitando il vecchio Convento, che era prima domenicano e poi occupato dai padri francescani, dove ha sede il Municipio.
Come confinato Levi doveva presentarsi tutti i giorni appena giunto a Grassano
Salendo per via Municipio si arriva al Centro storico del paese, dove, in Corso Umberto I, n° 49, è ubicata la “Locanda Prisco”.
Qui, grazie ai volontari dell’associazione Crassanum è stata allestita mediante una rievocazione emozionale di vita vissuta, in forma multimediale.
Dalla locanda Prisco al vecchio Caffè Brandi, ora Bar del Dollaro, intercorrono i famosi duecento passi leviani.
Nel centro storico è possibile ammirare i bei palazzi del XVII – XVIII secolo, tra cui Palazzo Materi, nei pressi del quale Carlo Levi ricevette le confidenze del Tenente Decunto sui briganti e sulle famiglie che ne trassero profitto.
Alla sommità del paese si trova la Chiesa Madre.
Dal piazzale antistante si gode un orizzonte unico dove Carlo Levi si recava spesso per percorrere con lo sguardo quell’immenso spazio e per dipingere alcuni suoi quadri, come la “Strada delle grotte” e “Dietro Grassano”.
La visita a Grassano, Parco Letterario intitolato all’artista torinese, può diventare ancora più coinvolgente.